Pesticidi e fragranze anche sui ghiacciai: ecco cosa ci dicono gli insetti

25 marzo 2024

Ghiacciai, nevai, torrenti d’alta montagna: difficile immaginare un luogo più incontaminato nell’arco alpino. Eppure, anche lì, trasportate da vento, pioggia e neve o rilasciate direttamente da escursioniste ed escursionisti, si accumulano sempre più sostanze chimiche prodotte dagli esseri umani (dette “di sintesi”). Si tratta di sostanze contenute in prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa – come i profumi, ma anche micro e nanoplastiche, pesticidi, idrocarburi e, a valle dei depuratori, farmaci.

Il MUSE dedica un filone di ricerca all’«Ecologia dello stress», cioè agli impatti ancora poco conosciuti di queste sostanze sui torrenti di montagna e la biodiversità alpina – già provati dal cambiamento climatico.

Ne abbiamo parlato con Valeria Lencioni, coordinatrice dell’Ambito di ricerca Clima ed Ecologia del MUSE, co-autrice di uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Pollution Research (https://doi.org/10.1007/s11356-023-30387-x) insieme all’Università Bicocca di Milano e con il supporto del Parco Naturale Adamello Brenta.

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Queste scoperte aprono nuove riflessioni sui nostri stili di vita e sul fatto che ogni nostra azione ha delle ripercussioni sull’ambiente in cui viviamo.

“I risultati ottenuti – sottolinea la ricercatrice – mettono in evidenza per la prima volta che questi inquinanti entrano nelle catene alimentari all’apice delle quali si trovano l’uomo e altri vertebrati e non possono essere ignorati. Questi risultati riguardano tutte e tutti noi, chi produce, chi usa e chi disperde volontariamente o involontariamente nell’ambiente inquinanti che si distribuiscono in tutto il globo, raggiungendo anche le aree più remote”.