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Il MUSE incontra MONSTRA: al confine della scienza

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3 giugno 2025

“Mostruoso”, secondo i dizionari, è ciò che è fuori dal comune, che sorprende, che inquieta. Ma se la mostruosità fosse anche una lente per osservare il mondo che ci circonda con occhi diversi?

È con questa domanda che si apre “MONSTRA. Una mostra prodigiosa”, ospitata nelle Gallerie di Piedicastello a Trento, un percorso tra arte, storia e scienza dedicato al tema del mostruoso visitabile gratuitamente fino l’8 giugno 2025.

La mostra, curata da Camilla Nacci Zanetti e promossa dall’associazione Alchemica APS, coinvolge 26 artiste e artisti e diverse istituzioni culturali, tra cui il MUSE – Museo delle Scienze di Trento che contribuisce con alcuni reperti.

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Il primo di questi reperti è lo scheletro di un maialino a due teste, un raro caso di bicefalia, una malformazione che ancora oggi suscita stupore. Un tempo simili esemplari erano interpretati come prodigi, talvolta come presagi. Oggi, invece, ci parlano di genetica e del complesso meccanismo della vita.

Ad accompagnarlo, c’è anche un esempio tassidermizzato di vitello a due teste, anch’esso testimone della curiosità umana per ciò che si allontana dalla norma. Se nei secoli scorsi creature simili finivano in collezioni private oggi assumono un nuovo significato. Entrambi i reperti invitano a riflettere su come la scienza abbia saputo restituire dignità all’anomalia, trasformandola in oggetto di studio e non più di paura o superstizione.

Ma la mostruosità non è solo questione di corpi deformi: a volte nasce proprio per mano dell’essere umano. È il caso della razza, il pesce cartilagineo che, come spiega Maria Chiara Deflorian (Ufficio ricerca e collezioni museali del MUSE): “per via delle sue fattezze si prestava in passato ad essere modificata artificialmente facendola assomigliare a qualcosa di fantastico o di mostruoso, come le chimere e i basilischi della mitologia. Queste modifiche venivano realizzate solo per attirare l’attenzione delle persone, per ingannarle e dimostrare l’esistenza di creature magiche o mitologiche attraverso veri e propri artefatti”.

A concludere il quartetto di reperti: un dente di narvalo. Anche se quello esposto è solo una riproduzione, per secoli, il dente del narvalo è stato scambiato per un autentico corno di unicorno. Solo la scienza ha svelato l’equivoco, smascherando così il mito.

I reperti scientifici prestati dal MUSE si inseriscono nel percorso della mostra non per esibire stranezze, ma per aiutare il pubblico a riflettere sul criterio di giudizio di ciò che pensiamo essere “mostruoso”. Il mostro, in questa prospettiva, non è altro che uno specchio del nostro modo di guardare il mondo.

“MONSTRA è un invito a riconsiderare il nostro rapporto con la diversità, con l’ignoto, con l’altro – ci racconta Camilla Nacci Zanettispesso quello che appare come mostruoso non è altro che qualcosa di non ancora spiegato.” Poi aggiunge: “quando si pensa al mostro ci viene in mente qualcosa di spaventoso, ma i mostri sono con noi fin dall’infanzia forse perché è il modo che abbiamo di esorcizzare le nostre paure”.

Visita MONSTRA fino l'8 giugno 2025

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Articolo di

Giovanni Stefani
Servizio civile
Ufficio comunicazione MUSE

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