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Stress da produttività e gender balance

Al MUSE, programmi di conciliazione famiglia-lavoro e un documento, il GEP, sancisce l’impegno per l’uguaglianza di genere.

team day-525

12 aprile 2024

La media partnership in corso tra MUSE e Le Scienze/Mind suggerisce ogni mese temi di attualità e grande rilevanza per tutte e tutti. Il dossier del mese di aprile di “Mind” (qui l’indice sfogliabile), approfondisce ad esempio il tema dello stress da produttività o, al contrario, della mancanza di stimoli, mentre la rubrica “Lessico patriarcale” analizza gli stereotipi di genere, dal punto di vista del linguaggio.
Vi raccontiamo come, al MUSE, affrontiamo questi temi…

STRESS, NOIA e altri LUOGHI COMUNI

Troppe cose da fare, scadenze ravvicinate, reperibilità. Secondo alcune statistiche, un terzo delle lavoratrici e dei i lavoratori europei soffre di stress da produttività. Ma è possibile ridurre la pressione e ritrovare la serenità al lavoro, come illustra il dossier di Mind che spiega come il pensare in modo non convenzionale eviti le conseguenze negative di questo tipo di stress sulle prestazioni e sulla salute e affronta anche l’altra faccia della medaglia, ovvero la monotonia e la mancanza di stimoli nella attività lavorativa, un problema che ancora troppo spesso è considerato tabù.

Al MUSE – spiega Alberta Giovannini – responsabile human resources – affrontiamo questi temi con grande convinzione, perché sono parte essenziale della nostra mission: uno degli obiettivi strategici, infatti, è lo sviluppo sostenibile, che non passa solo attraverso comportamenti virtuosi nei riguardi dell’ambiente ma anche nei confronti della dimensione sociale dell’individuo. Una vision orientata al welfare sociale ci spinge a promuovere il benessere delle persone che lavorano all’interno del museo. Un modo per generare effetti positivi sul clima organizzativo, sulla motivazione e sulla soddisfazione, sul senso di appartenenza e affezione al museo e, di conseguenza, sulle prestazioni; ma anche un dovere etico che fa parte della nostra cultura organizzativa”.

La grande quantità dei programmi proposti al pubblico, con la volontà di renderli sempre attuali (e l’incalzante crescita di adempimenti e protocolli) sono solo alcuni degli esempi di un’attività intensa che si consuma nel backstage di un museo frequentato, ogni anno, da circa mezzo milione di visitatori e visitatrici. Qui, lo staff permanente conta 125 persone con un altro centinaio di persone con contratti di servizio. Di certo, al nostro interno, il problema non è la mancanza di stimoli od obiettivi, ma piuttosto lo stress.

Un recente questionario sottoposto al personale ci rincuora con dati estremamente positivi rispetto al clima aziendale. Merito di un processo lungo più di dieci anni, durante il quale si sono compiuti sforzi in diverse direzioni, tra cui la conciliazione vita privata – lavoro, perseguita attraverso lo strumento della certificazione Family audit, ossia con un impegno formale a promuovere la cultura della conciliazione famiglia-lavoro.
Da questo primo approccio si è poi passati a una più ampia concezione di conciliazione vita privata – lavoro, in tutte le sue dimensioni.
Tra le azioni introdotte, segnaliamo ad esempio l’introduzione dello smartworking in tempi molto antecedenti a quelli della pandemia e la pianificazione di iniziative di time saving, come ad esempio lo sportello CAF presso il luogo di lavoro, corsi di lingua in pausa pranzo ecc, oltre ad alcune “agevolazioni tariffarie” sugli ingressi al MUSE e alle sue sedi o per la partecipazione a specifici progetti.
Numerose, infine, le convenzioni attivate con enti culturali, associazioni sportive e strutture di servizio del territorio locale.

Nella rubrica di Mind, “Lessico patriarcale” si può trovare anche un’analisi dei luoghi comuni sulle donne, che si riflettono sul linguaggio. Un tema, quello della parità di genere, su cui il MUSE è da tempo impegnato, come dimostra la pubblicazione nell’autunno 2023 del GEP (Gender equality plan), primo museo in Trentino e tra i primi in Italia.

Anche in questo caso – racconta Alberta Giovannini – il museo si è impegnato da tempo a promuovere uno stile comportamentale volto alla promozione della parità di genere. Con l’impegno di un gruppo di lavoro permanente, si è portato avanti un lavoro di analisi della situazione presente, con l’elaborazione di un Bilancio di genere, per poi passare a identificare azioni concrete per rimuovere gli ostacoli strutturali che impediscono leadership di genere bilanciate e sviluppi di carriera equi e trasparenti. L’impegno quotidiano comprende anche la promozione di una cultura rispettosa delle differenze e l’attuazione di misure contro la discriminazione basata sul genere, di qualsiasi forma e gravità”.

Alberta Giovannini
Sostituta direttrice Ufficio organizzazione risorse umane e servizi diversi di gestione

Scopri cos'è il GEP

  • Piano per l'uguaglianza di genere - Gender Equality Plan

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