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Prorogata la mostra "Nella mente del lupo"

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È stata prorogata al 28 maggio la chiusura della mostra “Nella mente del lupo”.

L’ esposizione immersiva del MUSE permette di capire come “ragiona” un giovane lupo, quali sono i codici con cui la sua mente legge la realtà, quali strategie adotta per attraversare una strada, predare o fuggire da un cane posto a protezione del bestiame.

Sentiamo una delle curatrici curatrice e referente per la comunicazione del progetto LIFE WOLFALPS – Laura Scillitani.

Raccontaci quali sono i momenti più emozionanti e significativi di questa “giornata da lupi”

«Lo scopo dell’installazione è quello di raccontare la coesistenza, dal punto di vista di un giovane lupo che si sposta in un territorio antropizzato. Il lupo, che l’installazione ci porta a “impersonare”, è guidato dalla fame, dalla voglia di trovare un proprio territorio e un partner ma è anche frenato dalla paura. Paura di incappare nel territorio di altri lupi… paura delle persone…. in un mondo naturale che è permeato dalla presenza umana. La mostra è piena di momenti in cui i visitatori possono vivere, con lo sguardo del lupo, la tensione e il conflitto tra queste due pulsioni, voglia di esplorare e senso del pericolo».

Dal punto di vista tecnico realizzativo, quali sono state le difficoltà che avete incontrato per la realizzazione della mostra e quali le maggiori soddisfazioni?

«Non volevamo usare la computer graphic, perché ci interessava restituire quanto più possibile un qualcosa di realistico. Ovviamente però filmare animali in natura comporta una serie di difficoltà; è molto complesso e spesso ci siamo scontrati con imprevisti legati alla presenza umana. In questi casi abbiamo perciò dovuto ricorrere ad artifici tecnici, ma il risultato funziona e genera empatia nello spettatore».

Come sta reagendo il pubblico alla mostra? Avete registrato qualche commento particolare, in positivo o in negativo?

«Dal dialogo diretto con chi ha visitato la mostra emerge che molte persone hanno trovato l’esperienza emozionante e sono riuscite a empatizzare con il lupo, calandosi nei suoi panni. Le riprese sono dinamiche questo ha comportato in alcuni casi una sensazione di vertigine, che comunque non ha impedito di vivere in modo “trascinante” l’esperienza».

Chiara Veronesi

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