27 ottobre 2023
Parità di genere nei fatti. Il MUSE – Museo delle Scienze di Trento si dota di un importante strumento programmatico: il Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan (GEP), promosso dall’Unione europea. È il primo museo trentino, e tra i primi in Italia, ad adottarlo.
Al MUSE il 59% del personale è di genere femminile, con un equilibrio che già esiste a livello di vertice: alla direzione ci sono tre uomini e tre donne. A coordinare il gruppo di lavoro che ha realizzato il Gender Equality Plan, c’è Lucia Martinelli, ricercatrice MUSE e presidente dell’European Platform of Women Scientists (Epws). Martinelli è anche nel Cug (Comitato unico di garanzia della Provincia autonoma di Trento), che si occupa di strategie per la cultura delle pari opportunità. Le abbiamo fatto alcune domande:
Oggi come è messa l’Italia nelle classifiche europee sulla parità di genere?
Secondo il recente indice di parità di genere (Gender Equality Index), pubblicato il 24 ottobre 2023, l’Italia con 68,2 punti (la media europea è di 70,2) si colloca al 13° posto nell’Unione europea per uguaglianza di genere: una parità ancora lontana dall’atteso 100%. Una nota dolente riguarda gli studi in scienze e tecnologie naturali, dove le donne sono notevolmente sottorappresentate (nel 2021 erano solo il 40% le laureate in queste materie).
Cosa vuol dire per il MUSE avere un Gender Equality Plan?
Con il GEP il MUSE si impegna a mettere in atto, per il proprio personale, azioni volte a ottenere pari opportunità di genere, prevenendo discriminazioni. Questo porterà a valorizzare il personale e i loro talenti, creando un clima di benessere lavorativo con benefici anche sui pubblici del museo.
Quali sono i prossimi obiettivi?
Realizzare tutte le azioni inserite nel GEP 2022-2024. Tra queste, ci sono la formazione del personale su queste tematiche, la conciliazione tra lavoro, carichi di cura e maternità/paternità (spesso causa di divari a livello salariale tra uomini e donne), l’incentivo di procedure di selezione del personale che garantiscano pari opportunità e l’attenzione a un linguaggio sempre più gender sensitive.