Vai al contenuto

Un secolo di museo

167

In occasione del centenario dalla fondazione del Museo Civico di Storia Naturale di Trento nel 1922, abbiamo raccolto all’interno di una mostra 10 frammenti della storia del museo per raccontare il senso del nostro agire. Le ricerche negli archivi per la raccolta di documenti, fotografie, strumenti e reperti del passato sono state l’occasione per far riemergere le storie dei protagonisti, umani e non umani, che hanno reso il MUSE un luogo simbolo dell’incontro tra conoscenza scientifica e cittadinanza. Una storia fatta di rigore e passione, scienza e politica, memoria e visioni sul futuro.

Le collezioni storiche del museo sono le protagoniste della mostra MUSE 100 e gli strumenti, i minerali, i vegetali, gli animali riemersi dagli archivi si fanno testimoni di visioni di mondo e di sistemi sociali. Le collezioni MUSE parlano infatti di biodiversità e di territori montani tanto quanto delle persone e del sistema di valori che le hanno organizzate e così attraverso gli oggetti riviviamo storie di uomini, donne e dinamiche culturali condivise.

Nel rimarcare come conservazione, ricerca e valorizzazione siano da sempre capisaldi del nostro agire, la mostra sottolinea l’importanza storica ed attuale del museo non solo per lo studio del territorio e dei suoi ecosistemi, ma anche per la sua capacità di fornire strumenti utili alla protezione, gestione e valorizzazione della biodiversità della Provincia Autonoma di Trento; quella conservazione della natura come “necessità sociale”, sovente ricordata da Gino Tomasi, direttore del museo dal 1965 al 1992.

La mostra MUSE 100 consente non solo di ripercorre i momenti fondanti del museo, ma anche di immaginare collettivamente il futuro di un’intera istituzione che, in un secolo di storia, è divenuta un luogo simbolo dell’incontro tra scienza, natura e società.

1280x800 (5)
Video racconto mostra MUSE 100
Foto 1: Vetrina con allestimento sistematico del museo nella sede di via Verdi, 1960 – 1970 ca. – ©Archivio MUSE
Foto 2:Laboratorio di microscopia del museo, 1922 – foto G.B. Unterweger
Foto 3: Spedizione al Lago di Lares in Val di Genova, 1976 – foto Mario Cont
Foto 4: Palazzo Sardagna in via Calepina – © Archivio MUSE
Foto 5: Trasferimento da via Calepina, 2013 – © Archivio MUSE

Le tappe della mostra

Il MUSE è parte di una storia plurisecolare marcata dalla fondazione, nel 1922, del Museo civico di storia naturale di Trento. In questa mostra abbiamo raccolto alcuni frammenti di un lungo percorso evolutivo per raccontare le ragioni profonde del nostro agire. Un’occasione per incontrare protagonisti, umani e non, idee, pratiche, eventi che hanno reso il MUSE un luogo simbolo dell’incontro tra conoscenza scientifica e cittadinanza. Una storia fatta di rigore e passione, scienza e politica, memoria e visioni di futuro.

La memoria materiale del mondo

Conserviamo nei musei la memoria materiale del mondo sulla quale fondiamo le narrazioni del presente e le visioni del futuro. Salviamo oggetti dall’oblio, incaricando i musei di preservarli nel tempo e dar loro valore assecondando l’innata pulsione umana a raccontare storie a partire dagli oggetti. Le collezioni del museo sono dunque testimoni di una certa visione del mondo e di un determinato sistema sociale: ci parlano di biodiversità e di ambienti montani tanto quanto delle persone e del sistema di valori che le hanno organizzate. Sono oggetti che parlano di un noi plurale.

Cambiare, rimanendo sé stessi

In costante mutamento ma sempre riconoscibili, innovatori ma saldamente poggiati sui pilastri del nostro agire: conservare, ricercare, valorizzare. Ci trasformiamo grazie all’acquisizione di nuovi reperti, allo spostamento in nuove sedi, ma anche sospinti dallo sguardo mutevole delle persone che fanno il museo. Ci rinnoviamo seguendo i cambiamenti culturali e le nuove domande che le società si pongono. Evolviamo perché siamo porzioni di mondo e in quanto tali in continua trasformazione. Nuovi sguardi, nuovi linguaggi, nuovi metodi, pubblici, domande e un solido riferimento: le collezioni.

Ricercare, immaginare, coinvolgere

“La funzione di un museo naturalistico è quella prima di aumentare e poi diffondere la conoscenza scientifica” sosteneva James Smithson, padre della Smithsonian Institution, il più grande complesso museale al mondo. Il nostro museo è, dalla fondazione, luogo di ricerca: ricerchiamo sospinti dall’innata curiosità verso la natura, analizziamo il territorio e gli ecosistemi per fornire strumenti utili alla loro gestione, operiamo per valorizzare il patrimonio naturale e culturale che ci circonda. Fondando il nostro agire sul metodo scientifico, occupiamo orgogliosamente lo spazio di confine tra produzione di conoscenza e dialogo partecipato con la società.

 

Storie profonde

Geologia, paleontologia e preistoria sono discipline fondative per il nostro museo. Le più antiche collezioni di cui abbiamo traccia, tardo settecentesche, sono costituite da minerali, rocce e fossili. Dalla fondazione, nel 1922, l’istituzione è stata guidata per due decenni dal geologo Giovanni Battista Trener. Nel secondo dopoguerra il progressivo interesse del museo per l’archeologia si concretizzò nella conduzione di alcune delle più importanti campagne di scavo alpine e nell’individuazione del museo quale luogo di conservazione e valorizzazione dei materiali scoperti. Lo studio del paesaggio è ancora oggi la nostra chiave di lettura della costruzione del presente.

Un'idea di natura

Le competenze specialistiche in ambito naturalistico hanno consentito al museo di contribuire in modo determinante alla conoscenza della biodiversità e degli ambienti della Provincia Autonoma di Trento. Dall’idea di conservazione della natura come necessità sociale è nato il nostro fare politico. Un ruolo che ancora oggi rivendichiamo nella convinzione che i musei, collocati alla giunzione tra cittadinanza e governo della cosa pubblica, possano contribuire in modo determinante alla ridefinizione culturale e politica delle relazioni con l’altro da noi sulla base di un imperativo fondante: noi siamo natura.

Educazione, piacere, condivisione

“I musei dovrebbero costantemente chiedersi”, ammoniva la museologa Gail Anderson, “se i valori sui quali si fondano siano risonanti con quelli della società”. I musei sono infatti contemporaneamente espressione e al servizio della società. I programmi per i pubblici sviluppati dal museo, fondati sul rigore scientifico, sono guidati dai criteri cardine dell’accessibilità e dell’inclusività: mostre, attività educative, progetti partecipativi offrono esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.

Chi fa il museo?

Il MUSE è uno spazio articolato di partecipazione. Siamo una rete di sedi e centri convenzionati in cui operano oltre 250 persone in dialogo con persone e istituzioni, con la comunità scientifica, le aziende, il terzo settore e tutti coloro i quali riconoscono nel museo un’occasione di incontro, confronto e crescita. I progetti di Citizen Science, le riviste scientifiche, i gruppi spontanei sorti nel corso degli anni mostrano un museo partecipato e attivista.

Sei interessata/o a questi argomenti?

  • Scarica la bibliografia