
18 giugno 2025
Lo scorso 7 maggio, un gruppo dell’ufficio programmi per il pubblico ha avuto l’opportunità di partecipare a una giornata di formazione dedicata all’approccio basato sul concetto di science capital, un metodo inclusivo per coinvolgere il pubblico in esperienze di apprendimento informale. Il corso, Putting audiences at the heart – taking a science capital-informed approach, è stato condotto da Beth Hawkins, Science Museum Group Academy Manager, e Micol Molinari, Academy Programme Leader del Science Museum Group, formatrici del prestigioso Science Museum di Londra.
Per indagare l’argomento, abbiamo posto alcune domande a Beth Hawkins e Micol Molinari.
Continua…
Cosa si intende per Science Capital, da dove nasce questa idea e quali sono gli obiettivi?
Il termine Science Capital indica la presenza o meno di uno specifico interesse per le materie scientifiche molto vivo in certe persone e meno, o per nulla, in altre.
Grazie alle ricerche effettuate, siamo riusciti a trarre delle indicazioni su ciò che influenza e modella gli atteggiamenti delle persone, il loro coinvolgimento e il loro rapporto con la scienza. Si tratta di inclinazioni e sentimenti che non derivano solo dalla quantità di conoscenze scientifiche possedute, ma che sono influenzati in egual misura dall’intorno di ciascuno: dalle persone che ci stanno vicine, da quelle che accidentalmente conosciamo e dai tipi di esperienze scientifiche che abbiamo fatto, oltre che dal modo in cui consideriamo la scienza.
Ognuno di noi, quindi, ha un livello diverso di Science capital, modellato dalle proprie esperienze di vita, ma non si tratta di qualcosa di permanente e immutabile, perché è una posizione che può cambiare nel corso della vita. Ogni nostra esperienza, infatti, può influenzare in senso positivo o negativo il rapporto verso le discipline STEM (Science Technology Engineering Mathematics).
Maggiore è il nostro Science capital, più è probabile che riusciamo a percepire le STEM come qualcosa di utile e importante per la nostra vita, sentendole come qualcosa che ci appartiene, che “è proprio fatta per me”.
L’approccio science capital è stato sviluppato grazie al progetto Enterprising Science – una ricerca durata cinque anni tra il 2013 e il 2017 che ha visto la collaborazione dello Science Museum Group con l’University College London e che ha avuto come obiettivo quello di affrontare le disuguaglianze nei confronti delle STEM.
Da allora, lo Science Museum Group ha iniziato a integrare la pratica dello Science capital all’interno dei propri musei, incentivando anche altri musei a fare lo stesso proponendo attività di formazione e collaborazioni a livello nazionale e internazionale.
Perché può essere utile applicare l’approccio Science Capital nei musei? E che ruolo ha nella società in generale?
Dobbiamo riconoscere che molti degli approcci tradizionali che abbiamo utilizzato tendono a favorire chi è già coinvolto in temi scientifici, escludendo invece coloro che si trovano a vivere disuguaglianze di tipo sociale o economico. Adottare un approccio tipo Science capital permette di affrontare queste disuguaglianze, creando contenuti accessibili e spazi (sia fisici che virtuali) dove tutti possano sentirsi accolti e a proprio agio.
Applicare l’approccio Science capital non significa fornire al pubblico ciò che pensiamo gli serva, quanto piuttosto valorizzare ciò che ciascuna persona porta con sé. Per farlo, è necessario trasformare le nostre pratiche e modificare lo stile di ciò che proponiamo al pubblico, affinché tutti possano trovare le proprie connessioni di senso con la scienza, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica – discipline che hanno tutte un impatto nella vita di ognuno di noi.
Le persone con un basso Science capital spesso non “vedono” la scienza, e quindi non ne riconoscono il valore o la rilevanza per la propria vita. Ma è possibile rendere l’esperienza più personale, ad esempio evidenziando con esempi quotidiani le applicazioni concrete delle STEM e aiutando a far emergere e riconoscere le competenze presenti in ogni persona, nella sua famiglia o comunità. Così, l’esperienza diventa più personale e ampliamo la considerazione sul valore delle STEM. Riusciamo inoltre a incidere sugli atteggiamenti e i pregiudizi delle persone e, in ultima analisi, cambiamo il loro livello di coinvolgimento.
A questo riguardo i musei di scienze offrono un contesto ideale in quanto luogo in cui le persone possono entrare in contatto con esperienze riferite alle STEM.
Un principio chiave dell’approccio Science capital è aiutare le persone a creare connessioni tra le esperienze che fanno e gli ambienti che frequentano – dalla scuola, alla casa, al lavoro… – perché possano riconoscere la rilevanza e il valore delle STEM nella loro vita, e grazie all’interesse e alla curiosità possano maturare il desiderio di saperne di più.
Dopo la giornata trascorsa al MUSE, cosa avete osservato? Ci sono differenze rispetto all’esperienza dello Science Museum di Londra?
I nostri due musei sono entrambi ambienti di apprendimento informale con obiettivi comuni, tra i quali l’impegno per una società scientificamente alfabetizzata e consapevole, in cui tutte le persone possano sentirsi in grado di partecipare alla promozione delle STEM.
Abbiamo notato quanto il vostro museo, a partire dalla struttura dell’edificio incarni la propria missione di essere spazio autenticamente aperto al pubblico, con responsabilità e trasparenza – una trasparenza che vediamo anche proprio in senso letterale, grazie alle tante pareti vetrate. Ci è piaciuto molto il senso del luogo che i vostri spazi promuovono, la connessione con l’ambiente naturale che vi circonda e le esperienze all’aperto.
Abbiamo apprezzato la fiducia che le vostre comunità ripongono in voi come mediatori oggettivi in dialogo su questioni locali complesse, e quanto seriamente prendiate queste responsabilità.
Con ciò ci confermate che uscire dai nostri musei, osservare, ascoltare e imparare dagli altri, è qualcosa di sano, di necessario per tutti noi che lavoriamo nel settore della scienza informale.
Grazie MUSE per averci accolto così calorosamente. Siamo entusiasti dell’idea di continuare a collaborare con voi in questo percorso formativo per rendere sempre più ampia la cultura del Science capital.
Articolo di
Sara BonettiUfficio programmi per il pubblico, MUSE
|
![]() |