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Museo Civico

Storia di una collezione

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Il progetto Museo Civico. Storia di una collezione nasce dalla volontà di cinque enti, che custodiscono e valorizzano beni provenienti dall’ex Museo Civico di Trento, di indagare la storia della loro provenienza e accertare l’origine di specifici nuclei collezionistici recuperando informazioni dirette e documentate relative ai singoli beni.

Sono impegnati nel progetto il Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali di Trento, nel ruolo di ente capofila, la Biblioteca comunale di Trento, la Fondazione Museo Storico del Trentino, il MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e il MUSE – Museo delle Scienze. Un team di archiviste/i partecipa alla fase di raccolta dei dati, trascrivendo integralmente i registri delle donazioni e degli acquisti del Museo Civico e trasferendo le informazioni raccolte in file facilmente interrogabili. Verranno inoltre passati in rassegna i documenti della Biblioteca e dell’Archivio storico comunali, per ripercorrere la storia dei beni del Museo Civico e ricostruire virtualmente il suo patrimonio originale.

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Il progetto

Il progetto Museo Civico. Storia di una collezione nasce per far rivivere questo luogo, non più esistente, ma fondamentale per l’attuale panorama museale trentino. Sostenuto da Fondazione Caritro, nell’ambito del Bando archivi 2024, mira a ricostruire virtualmente la storia e la composizione delle sue collezioni.
Oggetti d’arte (numismatica, grafica, dipinti, beni ‘esotici’, pezzi archeologici di provenienza locale), esemplari di flora e fauna, fossili, minerali e il materiale di interesse storico e patriottico. Tale ricco e variegato patrimonio dopo la Grande Guerra fu affidato a diversi istituti ed è ora conservato presso gli enti partner del progetto.
L’intento dell’iniziativa è di riportare in luce ciò che animava la coscienza dei trentini riguardo alla propria storia, le proprie caratteristiche culturali.

La nascita del Museo Civico

Il Museo Civico si sviluppa sotto l’impulso delle idee positiviste maturate nel XIX secolo che promuovevano la diffusione delle conoscenze scientifiche e tecniche. Nella Trento dell’epoca non esistevano musei pubblici, ma iniziava a farsi strada la necessità di un Museo patrio. Lo scopo di tale istituzione doveva essere quello non solo di promuovere, ma anche di salvaguardare e raccogliere un patrimonio storico-artistico che rischiava di essere esportato dal territorio tramite acquisizioni e spostamenti o addirittura distrutto.

  • Scopri come è nato il Museo Civico di Trento

Le collezioni del Museo Civico di Trento

Le collezioni dell’ex Museo Civico di Trento sono oggi conservate nei cinque enti aderenti al progetto: il Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali, il Comune di Trento con la Biblioteca comunale, il MUSE – Museo delle Scienze, il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento, e la Fondazione Museo storico del Trentino. Queste istituzioni si impegnano a indagare la provenienza dei pezzi da loro custoditi e a valorizzarne la storia e il valore.

I partner del progetto

MUSE

All’interno delle collezioni del Museo Civico, le raccolte naturalistiche furono considerate sin da principio un importante elemento per la crescita culturale della cittadinanza. Erano interpretate quale utile strumento per l’affermazione identitaria del “popolo trentino” nel vasto e variegato contesto dell’Impero austro-ungarico a cui il Trentino apparteneva. Il loro massimo incremento si ebbe sotto la direzione di Francesco Ambrosi, che riuscì a radunare importanti erbari, ricche raccolte zoologiche di insetti, mammiferi e uccelli, collezioni di fossili, rocce e minerali. Le collezioni vennero trasferite al Museo Civico di Storia Naturale (ora MUSE) a partire dal 1922.

Castello del Buonconsiglio

Dopo il 3 novembre del 1918, fu subito chiaro, nelle parole dello studioso Giuseppe Gerola, che il Buonconsiglio, ripulito da tutte le “sozzure della guerra” doveva “assurgere ad opera patriottica di prim’ordine” e diventare un Museo. Il Consiglio Comunale volle da subito contribuire alla meritoria impresa e ”nell’interesse comune e nei vantaggi della scienza”, nella seduta del 22 ottobre 1920, deliberò “ad unanimità e senza discussione” di aggregare il civico Museo al costituendo Museo Nazionale.

Biblioteca comunale di Trento

Per la Biblioteca comunale di Trento il progetto costituisce un’occasione importante per approfondire lo studio e la conoscenza delle vicende storiche che hanno caratterizzato l’istituto fin dalla sua costituzione e delineare in maniera più precisa la fisionomia di alcune raccolte che si sono venute a sedimentare nel corso del tempo.
La storia del Museo civico è inscindibilmente legata a quella della Biblioteca comunale. Nei primi statuti che regolamentarono l’attività della Biblioteca, il museo veniva propriamente definito come appendice della stessa. Quando la Biblioteca aprì ufficialmente al pubblico l’1 gennaio del 1856, presso Palazzo a Prato in via Ss. Trinità, sotto la direzione di Tommaso Gar, poteva contare anche su una raccolta di tipo museale.

Mart

Nella collezione del Museo Civico di Trento si riscontrava una carenza di opere d’arte, mentre si erano sviluppate nel secondo Ottocento le collezioni archeologiche e naturalistiche, per merito di generose donazioni di privati.
In una lettera indirizzata al Municipio di Trento il 3 gennaio del 1906, Lodovico Oberziner, all’epoca direttore della Biblioteca e del Museo cittadini, suggeriva “(…) di volgere cure speciali alla collezione di quadri, fin qui poverissima”. Tra il 1900 e il 1915 la raccolta di opere d’arte andò rimpinguandosi, sia con donazioni che con acquisti.

Fondazione Museo Storico del Trentino

Il Museo trentino del Risorgimento aprì ufficialmente alle visite il 29 giugno 1923. La nascita di questo museo deve essere collocata e interpretata all’interno del clima instauratosi in Trentino al termine della prima guerra mondiale, dominato da nette contrapposizioni fra opposti sentimenti, nazionali e antinazionali.
L’insieme di segni e simboli patriottici da raccogliere e proporre al pubblico del nascente Museo doveva perseguire nuovi obiettivi di azione culturale, come ad esempio il rafforzamento dell’italianità̀ dell’Alto Adige. Il museo divenne strumento di assimilazione culturale, assumendosi il compito di produrre discorsi politici e riflessioni volti a educare il pubblico alla scoperta della propria identità originaria.