Tasiilaq (Groenlandia), 15 settembre 2025
Anche questa sera la piccola biblioteca della Casa Rossa è il nostro confortevole e accogliente ufficio, nel quale riordiniamo le idee e condividiamo le impressioni suscitate dalle esperienze vissute sul campo. Sono stati giorni intensi e ricchi di attività.
Guidati dal giovane skipper Paul, abbiamo navigato tra iceberg e balene fino al fiordo di Nagtivit per raggiungere la calotta glaciale groenlandese.
Continua..
All’attività di campo abbiamo poi affiancato numerosi incontri, più o meno fortuiti, con alcuni membri della comunità locale. E così grazie a Robert Peroni, ci ritroviamo attorno a un tavolo con Johan Uitsatikitseq, un anziano signore che per 40 anni ha insegnato nella scuola di Tasiilaq, e alcune ragazze che lavorano alla Casa Rossa (Naasunnguaq, Celina e Haldora). Con loro esploriamo le conoscenze naturalistiche con particolare riferimento all’uso alimentare della flora e fauna locale destreggiandoci tra particolarissimi termini in groenlandese orientale: Qaqqarqaaq, Tigaangutik, Ittummiittat… difficili da scrivere e da pronunciare. In aggiunta ci raccontano quanto la loro quotidianità sia profondamente legata alla presenza ed estensione del ghiaccio, marino e non: “Per noi, il ghiaccio è tutto…è parte di noi” ci dice il maestro Johan.
Jonna Klemensen ci attende invece presso la vecchia chiesa del paese, che oggi ospita l’Ammassalik Museum, di cui è curatrice, e dove incontriamo Anda e Tove, custodi nella stessa struttura. Questa volta, la nostra chiacchierata spazia dalle memorie di Anda sulle case invernali che ancora si intravedono sul promontorio di Ittimiit, al rapporto della comunità con questo luogo. Nel visionare alcune foto storiche del sito, l’anziano custode si emoziona visibilmente nel riconoscere la casa in cui vivevano i nonni di sua moglie e nell’individuare le sagome di alcune foche sugli scogli prossimi al mare.
Anche questo rientra nei nostri obiettivi: far riemergere ricordi, innescare emozioni e aprirsi al desiderio di condividere storie e frammenti di vita. L’intensità di questi momenti è tale che alla fine di ogni incontro ci sentiamo stanchi come dopo una lunga camminata, ma arricchiti e bisognosi di rielaborare quanto ascoltato.
Ora che il rientro in Italia si avvicina, ci attende una nuova fase di lavoro: riordino degli appunti, sistemazione del materiale fotografico e delle video interviste, riflessione sulle prospettive di ricerca future. Già ora sentiamo di aver colto quanto questa realtà artica sia segnata da profondi contrasti, ma anche da molteplici similitudini con quella alpina.
Vi starete chiedendo se tra un’intervista e l’altra ci è scappata un’aurora boreale, Arsarniit…ebbene sì, una sera, la notte artica ci ha concesso la sua magia.
Articolo di
Matilde PeterliniUfficio Ricerca e collezioni museali |
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Chiara FedrigottiUfficio Ricerca e collezioni museali |
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Mauro GobbiUfficio Ricerca e collezioni museali |
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