Tu sì che sei un tipo!
Storie di reperti unici nelle collezioni MUSE
Storie di reperti unici nelle collezioni MUSE
21 giugno 2024
I reperti delle collezioni naturalistiche del MUSE sono davvero molti e molto vari. Tra gli oltre 5 milioni di reperti conservati, 2 sono rappresentati dai materiali tipici delle scienze naturali, come piante, funghi, licheni, animali vertebrati e invertebrati, fossili di antichi organismi del passato e minerali di ogni forma e colore.
Non tutti i reperti, però, hanno lo stesso valore. Alcuni primeggiano rispetto agli altri: si tratta dei tipi.
Cosa sono? I tipi sono gli esemplari o i campioni su cui si basa la descrizione di una specie nuova per la scienza. Quando un ricercatore o una ricercatrice rinviene una specie mai descritta prima, individua dei campioni particolarmente rappresentativi delle sue caratteristiche e li affida a un museo che ha il compito di conservarli e di metterli a disposizione della comunità di ricerca, a fini di studio.
E i tipi del MUSE? Ce ne sono di tutti i tipi!! Dalle diatomee – microscopiche alghe unicellulari – ai curiosi mammiferi delle foreste tropicali, da antichi organismi del passato a minerali dai cristalli minutissimi. Quanti sono? Non lo sappiamo esattamente, perché la ricognizione all’interno delle collezioni storiche è ancora in corso, ma la nostra stima attuale sfiora i 1000 campioni.
Conosciamone alcuni…
Per oltre un ventennio, il MUSE si è dedicato allo studio delle foreste afromontane della Tanzania, ambienti ricchissimi di biodiversità in cui sono state trovate numerose specie di anfibi e rettili nuove per la scienza. Tra di esse, una delle più belle è Atheris matildae, una piccola vipera arboricola gialla e nera, con delle scaglie simili a corni sopra gli occhi. Scoperta nel 2009, questa specie è apparsa subito essere a forte rischio di estinzione poiché è presente solo in un’area molto ristretta delle Southern Highlands. Inoltre, la sua bellezza può farla divenire oggetto del desiderio di collezionisti senza scrupoli. Per proteggerla dai malintenzionati, il luogo esatto del rinvenimento non è stato mai rivelato, e al momento la specie non è stata ancora individuata dal commercio illegale.
Uno di tipi botanici più curiosi che conserviamo nelle collezioni è sicuramente lo Hieracium tolstoii Fen. & Zahn. Fu notato per la prima volta dal famoso botanico Giuseppe De Notaris, (1805-1877), nel 1848 presso il Castello Sforzesco di Milano. Lo studioso però lo considerò solo una forma dalle foglie azzurre del già noto Ieracio australe (Hieracium australe Fr.). Nel 1926, il botanico Luigi Fenaroli (1899-1980) si accorse della particolarità di questa specie e la descrisse come nuova. Nonostante ripetute e accurate ricerche, la specie attualmente non è stata più incontrata ed è stata dichiarata estinta.
Le collezioni museali sono preziose risorse scientifiche sempre a disposizione dei ricercatori. I tipi sono il fiore all’occhiello. Questo patrimonio viene comunemente riesaminato e confrontato con le nuove scoperte. Lo studio dei campioni tipici di Orotrechus stephani subsp. perinii Tamanini, 1953 – ad esempio – ha portato nel 2014 a importanti revisioni: sono state descritte una nuova specie e una nuova sottospecie. Due loro esemplari sono stati donati al museo, accrescendo la ricchezza delle nostre collezioni (qui le altre schede 1 – 2).
Le specie mineralogiche presenti sulla Terra sono circa 6.000, ma ogni anno ne vengono scoperte di nuove. Nel territorio dolomitico, così intensamente studiato dai geologi di tutto il mondo, non si pensava potesse succedere ancora. Invece nel 2018, dopo più di 200 anni dall’ultima scoperta, alcuni ricercatori – fra cui uno del MUSE – hanno trovato e descritto un minerale di rame dai piccoli cristalli azzurri, mai rinvenuto in nessun altro posto al mondo. Ora la fiemmeite – questo il nome del nuovo minerale – rende ancor più ricca e scientificamente preziosa la collezione mineralogica del MUSE.
Maria Chiara DeflorianUfficio Ricerca e Collezioni museali |
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Eugene BehrensUfficio Ricerca e Collezioni museali |