In occasione del cinquantenario del disastro del Vaiont, il 9 ottobre 2013, l’Associazione Italiana di geologia Applicata ed Ambientale e il Consiglio Nazionale dei Geologi hanno organizzato una mostra itinerante, che ha già toccato diversi atenei e istituzioni ed è oggi visitabile al MUSE
Il disastro del Vaiont, paradigma della catastrofe di origine umana, è raccontato attraverso le immagini scattate da
Edoardo Semenza, per chi lo conosceva bene “Edo”. In esse traspaiono le sofferenze, le intuizioni e il progredire della consapevolezza dell’uomo che per primo riconobbe l’esistenza dell’antica frana, ne elaborò un modello e definì i conseguenti scenari di rischio. La sua scoperta fu subito presa in considerazione dai responsabili dell’opera - come ipotesi da verificare con altre ricerche e indagini. Purtroppo, la sua consulenza, durata fino al 1961, non impedì che, dopo varie vicissitudini, si consumasse la tragedia.
Comprendere la natura e i suoi meccanismi evolutivi è l’obiettivo di coloro che operano nell’ambito delle scienze geologiche applicate all’ambiente ed al territorio. Ammirare le fotografie di Edo significa perciò accedere alla sua dimensione personale e professionale più intima. La frana è ancora oggi oggetto di dibattito e riflessione scientifica, anche per la straordinaria mole di dati disponibili, siano essi strumentali o tratti da rilevamenti.
Una parte di questi materiali, tratti dal volume
Le foto della frana del Vajont e dal libro di Edoardo Semenza
La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana, è mostrata nelle immagini rielaborate per questa mostra e costituisce un contributo alla discussione.
L'auspicio è che anche attraverso questa esposizione l'opera di Edo possa servire a sensibilizzare le coscienze sulla necessità della conoscenza della geologia per il rispetto e la protezione dell'ambiente. Un invito, dunque, a proseguire nelle ricerche a partire da quelle di Edoardo Semenza e di altri studiosi – alcuni dei quali hanno lavorato insieme a lui – che da allora hanno dedicato tanto del loro impegno allo studio della frana del Vaiont.